Emit è lo pseudonimo di Emanuele Conte, potrebbe sembrare un diminutivo del suo nome ma, imprevedibilmente, è la sigla di un corso di laurea magistrale: Economics and Management of Innovation and Technology. Per lui quegli anni di studio rappresentano un momento particolare, di decisioni e cambiamenti, in cui ha capito che doveva godersi il proprio percorso e cercare di usare la propria musica per creare conforto e connessione con gli altri.
Una musica fatta di contrasti che però convivono in armonia: i testi raccontano storie tristi ma spesso approcciate in chiave sottilmente ironica, i brani si basano sul groove spontaneo e espressivo della chitarra che incontra beat lo-fi sintetici ma a loro modo organici, vivi.
Negli anni, oltre ad un’intensa attività live, ha viaggiato spesso in Italia e in Europa come busker, soprattutto nel Regno Unito, riuscendo ad essere ospite della BBC Radio di Liverpool. Nel 2019 vince il primo premio del concorso Special Stage di Officine Buone (con cui collabora facendo volontariato negli ospedali dal 2018) e nel 2022 arriva tra i quattro finalisti di Musicultura, esibendosi per due serate all’Arena Sferisterio di Macerata.
Ha pubblicato lo scorso dicembre il suo album d'esordio "vivo", un disco dal suono minimale ma sempre empatico, pulsante come un cuore affannato. Un racconto intimo e personale alla ricerca di se stessi, una rinascita che ha il sapore di un ritorno a casa.